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 ÂQIDA ATTAHÀWIYYAH - dal commentario di Ibn Bèz

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khadi
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MessaggioTitolo: ÂQIDA ATTAHÀWIYYAH - dal commentario di Ibn Bèz   ÂQIDA ATTAHÀWIYYAH - dal commentario di Ibn Bèz EmptyGio Mag 12, 2011 12:51 pm

Dell'Imàm Abu ja'far Ahmed Ibn Mohammed at-Tahàwi


Con
commento di AbdelAzìz Ibn Bàz






Dice l'Imàm Abu Ja'far al-Warrq at-Tahawi -che
Allàh lo copra di misericordia: «Questa è la Aqida di Ahl as-Sunnah wal Jamaâ
condivisa da tutti i Sapienti: Abu Hanifa an-Nu'màn Ibn Thàbit al-Kufi, Abu
Yusuf Ya'qùb Ibn Ibrahim al-Ansàri e Abu Abdullah Mohammed Ibn Hassan
ash-Shibàni -che Allàh si compiaccia di tutti loro- e il loro credo riguardo ai
fondamenti della religione che professano».





1.
Parliamo
dell'Unicità(1) di Allàh -gloria a Lui, l'Altissimo- dichiarando, grazie
all'aiuto di Allàh (SWT), che: Allàh è Unico, senza consoci.


2.
Non ha
consimili.


3.
Nulla
impedisce il Suo volere.


4.
Non c'è
alcun Dio all'infuori di Lui.


5.
È da
sempre senza inizio(2), ed Eterno senza fine.


6.
Non
perisce e non si spegne.


7.
Non sarà
se non ciò che Egli vuole.


8.
Non Gli
si addicono i miti e non Lo intravedono le menti.


9.
Non
somiglia alle creature.


10.
È vivo
senza mai morire, ed è sveglio senza mai dormire.


11.
Creatore
senza bisogno, Sostenitore senza sforzo.


12.
Datore di
morte senza paura, Suscitatore senza fatica.


13.
Da sempre
gode dei Suoi Attributi, anche prima di creare [il creato], a causa di esso non
aumentarono di nulla e non erano meno prima: come Egli (SWT) fu eternamente con
i Suoi Attributi, lo è ancora in perpetuo.


14.
Non è con
la creazione che Egli (SWT) gode del nome di Creatore e non è con la creazione
che Egli gode del nome di Costruttore Divino.


15.
A Lui
appartiene il vero significato della Signoria e non di colui che ha un signore,
a Lui appartiene il vero significato di Creatore e non quello di creatura.


16.
Come Egli
è "Suscitatore" di morti dopo averli creati, questo nome Gli
appartiene già prima di farli rivivere, similmente merita il nome di Creatore
già prima di averli creati.


17.
Questo
perché Egli è l'Onnipotente, ogni cosa davanti a Lui è misera, ogni cosa per
Lui è facile, non ha bisogno di nessuna cosa:


Niente è simile a
Lui. Egli è l'Audiente, il Benosservante. Corano
XLII. ash-Shùra, 11.


18.
Ha creato
le creature con la Sua sapienza.


19.
Ha
decretato i loro destini.


20.
Ha
fissato per ogni creatura un termine stabilito.


21.
Nessuna
cosa è a Sua insaputa, prima della creazione e conosce quel che faranno [le
creature] prima di crearle.


22.
Ha
ordinato alle Sue creature di obbedirGli ed ha proibito loro la disobbedienza.


23.
Ogni cosa
agisce per Suo decreto e Suo volere: il Suo volere è applicato, non c'è volontà
per i Suoi servi se non per quel che Egli (SWT) desidera per loro, perciò succederà
solo quello che Egli desidera e non ci sarà quel che Egli non vuole.


24.
Egli
(SWT) benguida chi vuole, rende pio e preserva per Suo favore, svia chi vuole,
abbandona e mette alla prova per Sua giustizia.


25.
Tutte le
creature agiscono secondo il Suo volere tra il Suo favore e la Sua Giustizia.


26.
Egli è
ben al di sopra di ogni oppositore e di ogni consocio [che Gli vengano
ingiustamente attribuiti].


27.
Nessuno
può rimandare il Suo comando, né opporsi al Suo giudizio, né avere predominio
sui Suoi ordini.


28.
Crediamo
in tutto ciò ed abbiamo la certezza che tutto proviene da Lui.


29.
Che
Muhammad è il Suo Servo eletto, il Profeta prescelto ed il Messaggero ben
gradito.


30.
Egli è il
Sigillo dei Profeti, la Guida dei timorati, il migliore degli Inviati ed il più
amato dal Signore dei mondi.


31.
Qualunque
dichiarazione di profezia, dopo di Lui è traviamento e fantasia (al-hawa).


32.
Egli è
l'Inviato a tutti i jinn e al genere umano con la Verità, la Retta Via, la luce
e lo splendore.


33.
Che il
Sublime Corano sono Parole di Allàh, da Lui provengono senza che ne conosciamo
il modo, rivelate al Suo Inviato, accettate dai credenti per fede veritiera e
con la fermezza che Esso sono Parole di Allàh e che [il Corano] non è stato
creato come le parole dell'uomo.


Chiunque Lo sente ed afferma che sono parole
dell'uomo, è miscredente, biasimato e disprezzato da Allàh che gli ha promesso
Saqar, Egli dice:


Lo getterò nel Saqar. Corano LXXIV. al-Muddathir, 26.


Quando Allàh ha promesso il Saqar a chi
dice:


…non è altro che un
discorso di un uomo. Corano
LXXIV. al-Muddathir, 25,


abbiamo capito e avuto certezza che il
Corano sono Parole del Creatore dell'uomo e che non hanno alcuna somiglianza con
quelle dell'uomo.


34.
Chiunque
descrive Allàh con qualità umane è miscredente.


Chi ha già percepito ciò, ha riflettuto e si
è allontanato dall'esempio dei miscredenti [che il Corano sono parole
dell'uomo] e ha ben capito che le descrizioni di Allàh non sono come quelle
dell'uomo.


35.
Che è
verissimo il vedere [il Volto di Allàh] per la gente del Paradiso senza
interpretare come è, dice l'Altissimo:


In quel Giorno ci
saranno dei volti splendenti, che guarderanno il loro Signore… Corano
LXXV. al-Qiyàma, 22-23.


Ogni cosa al riguardo che provenga dai detti
accertati del Profeta (saas): le cose stanno come (saas) disse senza cercare
alcuna interpretazione, perché nessuno è al sicuro nella Sua religione se non
colui che si abbandona ad Allàh -gloria a Lui, l'Altissimo- ed al Suo Profeta
(saas) e lascia la sapienza con ambiguità all'Onnisciente.


36.
Il
consolidamento nell'Islàm avviene solo e solamente con l'accettazione e la
sottomissione.


Chi cerca quella sapienza che gli fu
proibita, e la sua saggezza non si soddisfa con l'accettazione, il suo
desiderio gli impedisce di raggiungere il monoteismo puro, la sapienza limpida
e la vera fede, e così oscilla tra la miscredenza e la fede, tra la sincerità e
la menzogna, e tra il rifiuto e la negazione, rimane con i sospetti, perso nell'errore
e non è né credente sincero, né apostata bugiardo.


37.
La fede
nel vedere [Allàh (SWT) nell'Aldilà] non serve per la gente del Paradiso; per
chi lo considera una finzione o lo interpreta in malo modo.


Se l'interpretazione ed i significati del
vedere vengono attribuiti alla Signoria [di Allàh (SWT)] bisogna tralasciare
l'interpretazione e rassegnarsi con l'accettazione.


Chiunque non tema di cadere nel negare o
nell'attribuire somiglianze, invece di purificare Allàh, sicuramente cadrà
nell'errore, per che Egli -gloria a Lui, l'Altissimo- è descritto con
descrizioni, che nessuna creatura possiede di Unicità ed indicato Unipersonale.


38.
Egli è ben
al di sopra di ogni limite(3), obiettivo, sostegno, membra e mezzo; le sei
direzioni [davanti, dietro, destra, sinistra, alto, basso] non lo comprendono
come comprendono tutte le creature.


39.
La Scala
(al-Mi'ràj) fa parte della Verità: il Profeta (saas) compì il viaggio notturno
(al-Isrà'), salì fisicamente, in piena coscienza, nel cielo e poi in alto
ancora dove Allàh volle che egli andasse, gli rese onore con quel che Egli
(SWT) volle e gli rivelò quel che Egli (SWT) volle rivelargli:


Il cuore non mentì su
quel che vide.
Corano LIII. an-Najm, 11.


Che
Allàh lo benedica e l'abbia in gloria in questa vita e nell'Aldilà.


40.
Che il
bacino (al-Hawd) con il quale Allàh -l'Altissimo- onora il Suo Inviato (saas) -
per soccorrere la Ummah - fa parte della Verità.


41.
Che
l'intercessione riservata alla Ummah musulmana fa parte della Verità.


42.
Che il
patto che Allàh (SWT) ha stretto con Adamo e la sua discendenza, fa parte della
Verita.


43.
Allàh
(SWT) è ben Sapiente del numero delle persone che entrano in Paradiso e di
quello delle persone che entrano all'Inferno, questo numero non aumenterà, né
diminuirà di nulla.


44.
È anche
ben Sapiente delle opere che fanno e che ogni cosa è resa facile [per le
persone] per quel che fu creata e che le azioni valgono per la fine [morte], ed
il beato è colui che è soddisfatto del Decreto divino ed il disgraziato colui
che è scontento del Decreto divino.


45.
E che il
destino è il segreto di Allàh -l'Altissimo- sulle Sue creature e non è
conosciuto né da un angelo che Gli è vicino, né da un Profeta inviato.


Trattare questo argomento in profondità è un
allontanamento, provoca frustrazione e superamento dei propri limiti: perciò
attenzione! attenzione! all'approfondimento e al bisbiglio, perché Allàh (SWT)
nasconde la Sua sapienza del destino alle creature, Egli -gloria a Lui,
l'Altissimo- dice:


Non sarà Lui ad
essere interrogato, sono loro che lo saranno. Corano
XXI. al-Anbiyà', 23,


perciò chiunque chiede: «Perché [Allàh
(SWT)] ha fatto [così]?» rifiuta la legge del Libro e chiunque la rifiuti è
miscredente.


46.
La fede
non si consolida se non con l'accettare la sapienza presente e l'abbandonare la
sapienza assente(4): è questo che serve a chi ha il cuore illuminato, alleato
di Allàh (SWT) e che si trova al livello dei radicati nella sapienza.


Essa è di due parti, sapienza presente e
sapienza assente: negare la sapienza presente è miscredenza ed affermare la
conoscenza della sapienza assente è miscredenza.


47.
Crediamo
nella Tavola celeste (al-Lawh) e nel calamo ed in tutto ciò che in essa è
enumerato.


Se tutte le creature si
mettessero insieme per eliminare qualcosa che Allàh (SWT) prescrisse in essa, sicuramente
non sarebbero in grado di farlo e se si mettessero, tutte insieme, ad aggiungere
qualcosa che Allàh (SWT) non volle che ci fosse, non sarebbero in grado di
farlo, perché il calamo ha cessato di scrivere ed avverrà solo quel che fu
prescritto fino all'Ultimo Giorno: ciò che succede al servo non è per sbaglio e
ciò che non gli succede non è per sbaglio.


48.
Il servo
deve essere certo che Allàh ha una conoscenza precedente riguardo le creature,
Egli (SWT) prestabilì il Decreto senza alcun revoca, né opposizione, né
rimozione, né modifica, né conversione, né mancanza, né eccedenza nel creato,
sia nei cieli che nella terra.


Tutto ciò è legato alla propria fede, ai
fondamenti del proprio sapere e all'ammettere l'Unicità di Allàh -l'Altisssimo-
e la Sua Signoria.


Dice (SWT):


…e che ha creato ogni
cosa e le ha dato giusta misura. Corano
XXV. al-Furqàn, 2,


e:


L'Ordine di Allàh è
Decreto immutabile.
Corano XXXIII. al-Ahzàb, 38,


perciò, guai a chi avversa Allàh
-l'Altissimo- opponendosi al Suo Decreto, dandogli poca importanza, cercando di
analizzarlo con la propria fantasia e diventando, per quel che dice di esso, un
bugiardo peccatore: l'ignoto è un segreto [divino].


49.
Il Trono
ed il Seggio fanno parte della Verità.


50.
Egli
(SWT) non ha bisogno né del Trono, né di altro.


51.
Ha conoscenza,
e anche più, di ogni cosa e rende le Sue creature incapaci della totale
conoscenza.


52.
E diciamo
con fede, sincerità e sottomissione che Allàh prese Ibrahim come amico intimo
(khalìl) e parlò direttamente a Mosè.


53.
Crediamo
negli Angeli, nei Profeti, nei Libri scesi sui Messaggeri e testimoniamo che
furono nell'evidente Verità.


54.
Chiamiamo
la gente della nostra Qiblah musulmani , credenti, finché si sottomettono a
quel che il Profeta -che Allàh benedica lui e la Sua Famiglia- portò e
dichiarano intimamente la sincerità dei Suoi insegnamenti e parole.


55.
Non
discutiamo di Allàh e non dibattiamo sulla Sua religione.


56.
Non
discutiamo sul Sublime Corano e testimoniamo che è Parola del Signore dei
Mondi, fatta scendere da Gibrìl -l'affidabile- che Lo insegnò al migliore degli
Inviati Muhammad (saas).


Esso è la Parola di Allàh -l'Altissimo- e
non ha paragone con quella dell'uomo: non diciamo mai che il Nobile Corano è
stato creato e non andiamo contro l'unanimità dei musulmani.


57.
Non
diciamo di nessuno della gente della Qiblah che è miscredente a causa di un
peccato, ad eccezione che lo renda lecito(5).


58.
Non
diciamo che il peccato non danneggia la fede di chi lo compie.


59.
Chiediamo
ad Allàh di perdonare i pii (al-Muhsinùn) fra i credenti e di farli entrare,
con la Sua Misericordia, in Paradiso.


E non diamo garanzie per loro e non
testimoniamo il Paradiso per loro(6), chiediamo anche ad Allàh (SWT) di
perdonare i loro peccatori e temiamo per loro e non facciamo perdere loro la
speranza.


60.
L'essere
sicuro e l'essere disperato fanno uscire dalla comunità musulmana e tra i due
[estremi] c'è il sentiero della Verità sul quale sta la gente della Qiblah.


61.
Il servo
non esce dalla fede non negando quel che l'ha fatto entrare in essa(7).


62.
La fede:
affermazione della lingua e sincerità del cuore(8).


63.
Ciò che
viene riportato [con certezza] sul Profeta (saas) dalla sharià e dalla
spiegazioni, tutto questo, fa parte della Verità.


64.
La fede è
una e unica e la sua gente, alla base, ha la stessa fede(9).


Essa
aumenta con la paura, il timore [di Allàh (SWT)] e l'opporsi alla propria
passione.


65.
Tutti i
credenti sono alleati del Misericordioso, ed il migliore di loro per Allàh è il
più obbediente ed osservante del Sublime Corano.


66.
La fede è
credere in Allàh, negli Angeli, nei Libri, negli Inviati, nell'Ultimo Giorno e
nel decreto divino sia nel bene che nel male, dolce o amaro che sia,
proveniente da Allàh -l'Altissimo.


67.
Noi
crediamo in tutto ciò, non facciamo distinzione tra i Suoi inviati, crediamo,
con tutta sincerità, in tutto quel che hanno portato.


68.
I
musulmani che, non essendo ignoranti, commettono gravi peccati e non se ne
pentono, se muoiono sono nell'Inferno senza rimanervi per sempre.


Coloro che muoiono credenti, avendo commesso
grandi peccati senza essersi pentiti, sono a seconda del Volere e del Giudizio
di Allàh (SWT): se Egli vuole li perdona per il Suo grande ed immenso Favore.


Dice l'Altssimo:


In verità Allàh non
perdona che Gli si associ alcunché ma all'infuori di ciò, perdona chi vuole. Corano
IV. an-Nisà', 46 e 116.


E se Egli vuole, li castigherà nel Fuoco
dell'Inferno per la Sua Giustizia, poi li farà uscire per la Sua Misericordia e
per l'intercedere degli intercessori della gente della Sua obbedienza, e li
manderà in Paradiso, perché è il Patrono del credenti, e non li rende uguali ai
miscredenti che si sono sviati e che sono fuori dalla Sua Protezione.


Oh Allàh (SWT), Patrono della gente
dell'Islàm, rendici saldi sulla Tua via fino a che ti incontreremo.


69.
Preghiamo
dietro ogni pio o dissoluto della gente della Qiblah, facciamo la preghiera
[del morto] su tutti coloro che muoiono facendo parte di essa.


70.
Non
sappiamo chi di loro va in Paradiso e chi di loro va all'Inferno, non accusiamo
nessuno di loro di miscredenza, né di shirk, né di ipocrisia se non per motivi
evidenti e lasciamo il loro intimo ad Allàh -l'Altissimo.


71.
Non
usiamo la spada contro nessuno appartenente alla Ummah di Muhammad (saas),
tranne che nei casi obbligatori.


72.
Non
ribelliamoci contro i nostri Imàm ed emiri, anche se essi sono ingiusti, non
dobbiamo maledirli, non dobbiamo disobbedire: obbedire loro fa parte
dell'obbedire ad Allàh (SWT) ed è un obbligo finché non ci ordinano di
commettere dei peccati.


Chiediamo ad Allàh di benguidarli e di
perdonarli.


73.
Seguiamo
la Sunnah e la Jamaâ ed allontaniamoci dall'anormalità, dalla discordia e dalla
separazione.


74.
Amiamo la
gente della giustizia e della responsabilità del patto (al-Amànah) e detestiamo
la gente dell'ingiustizia e del tradimento.


75.
Diciamo:
«Allàh ne sa di più (Allàhu a'lam)» sul conoscere le cose ambigue.


76.
È
corretto passare sopra i calzini [facendo l'abluzione] sia per i residenti che
per i viaggiatori, come fu riportato.


77.
Il
pellegrinaggio ed il jihad continueranno con gli Imàm dei musulmani, sia
virtuosi che dissoluti, fino all'Ultimo Giorno, nulla li rimuoverà o li
revocherà.


78.
Crediamo
fermamente nei nobili Angeli scrivani, perché Allàh li ha resi nostri custodi.


79.
Crediamo
nell'Angelo della morte, incaricato di afferrare tutte le anime.


80.
Crediamo
nel castigo della tomba: le domande di Moukir e Nakìr, nella tomba, a proposito
del nostro Signore, della religione e del Profeta, come fu riportato sul
Profeta (saas) e sui Suoi compagni -che Allàh sia compiaciuto di tutti loro.


81.
La tomba:
o un giardino dei giardini del Paradiso o una fossa di quelle dell'Inferno.


82.
Crediamo
nella resurrezione, nella ricompensa secondo le opere nel Giorno del Giudizio,
nell'essere condotti, nel rendiconto, nella lettura del [proprio] libro, nella
[buona] ricompensa e nella punizione, nel Siràt e nella bilancia.


83.
Crediamo
che il Paradiso ed il Fuoco sono creature eterne senza fine, Allàh (SWT) le
creò prima dell'uomo, per esse creò le loro genti: Egli fa entrare in Paradiso
chi vuole per Suo favore e fa entrare all'Inferno chi vuole per Giustizia, e
ognuno fa quel che gli fu destinato di fare e va verso ciò per cui fu creato.


84.
Il bene
ed il male sono prescritti per i servi.


85.
La
facoltà di adempiere agli obblighi proviene dall'aiuto di Allàh, e non appartiene
all'uomo ed è legata alle azioni.


Invece quella che riguarda la salute, la
capacità, il consolidamento sulla terra e l'efficacia dei mezzi avviene prima
delle azioni e con essa è legato il discorso d'incarico (al-Khitàb).


E dice l'Altissimo:


Allàh non impone ad
un'anima al di là delle sue capacità… Corano
II. al-Baqara, 286.


86.
Le opere
dei servi sono create da Allàh (SWT) e prodotte da loro.


87.
L'Altissimo
non impone a nessuno se non ciò che sopporta e non si sopporta se non ciò che
Allàh (SWT) impone(10): questa è la spiegazione di "Non c'è forza né
potenza, se non in Allàh".


E così diciamo che non ci sono né abilità,
né azione, né allontanamento dalla disobbedienza ad Allàh (SWT), se non con il
Suo aiuto, non c'è potenza nell'obbedienza ad Allàh e consolidamento in essa,
se non con l'appoggio di Allàh.


88.
Ogni cosa
agisce solo e solamente con la Volontà, l'Onniscienza, il Giudizio ed il
Decreto di Allàh (SWT).


La Sua Volontà batte tutte le volontà, il
Suo Giudizio vince tutte le astuzie.


Quello che Egli (SWT) vuole, fa e non è mai ingiusto:


Non sarà Lui ad
essere interrogato, sono loro che lo saranno. Corano
XXI. al-Anbiyà', 23.


89.
Le
invocazioni dei vivi e le loro elemosine sono di giovamento ai morti.


90.
E Allàh
esaudisce le invocazioni e soddisfa i bisogni.


91.
A Lui
appartiene ogni cosa, a nessuno Egli appartiene, non si può fare a meno di
Allàh -l'Altissimo- neanche per un battito di ciglia.


E chi vuole fare a meno di Allàh (SWT) anche
per un solo battito di ciglia è un miscredente oppositore.


92.
Allàh si
adira e si compiace come nessuno delle sue creature.


93.
Amiamo i
compagni del Profeta (saas), non neghiamo l'amore a nessuno di loro, non
dissociamoci da nessuno di loro, odiamo chi li odia e non li ricorda
benevolmente.


Ricordiamoli solo con il bene, l'amore per
loro è religione, fede e Islàm ed odiarli è miscredenza, ipocrisia e
fuorviamento.


94.
Affermiamo
il califfato dopo il Profeta (saas): in primo luogo Abu Bakr -che Allàh (SWT)
sia immensamente soddisfatto di lui- per predilezione e priorità su tutta la
Ummah, poi Umar Ibn al-Khattàb, poi Ûthmàn, poi Ali Ibn Abu Tàlib -che Allàh
(SWT) si compiaccia di tutti loro- ed essi sono i Califfi e gli Imàm benguidati.


95.
E dei
dieci, nominati dal Profeta (saas) e ai quali diede la notizia che sarebbero
stati del Paradiso, affermiamo che sono in Paradiso, come fece il Profeta
(saas) e le sue parole sono tutte Verità.


Essi sono: Abu Bakr, Umar, Uthàm, Ali,
Talhah, Az-Zubair, Saad, Said, AbdurRahmàn Ibn 'Auf e Abu Ubaydah Ibn
al-Jarràh, l'affidabile degno della fiducia di questa Ummah, -che Allàh (SWT)
si compiaccia immensamente di tutti loro.


96.
Chi
pronuncia le migliori parole senza infamia sui Compagni del Profeta (saas),
sulle Sue mogli caste e senza impurità, sui suoi benedetti discendenti è salvo
dall'ipocrisia.


97.
Similmente
gli Ulema, sia i primi che coloro che li seguirono, sono da ricordarsi solo con
il bene.


Chi li ricorda con malvagità non è
sicuramente sulla Retta Via.


98.
Nessun
alleato di Allàh -l'Altissimo- è migliore degli Inviati -pace su tutti loro- e
diciamo che un Inviato è migliore di tutti gli alleati.


99.
Crediamo
fermamente nei miracoli degli Inviati, riportati con certezza.


100. Crediamo nei Segni dell'Ora: il falso Messia, la
discesa dal cielo di Gesù -figlio di Maria-, il sole che si leverà dall'ovest
[invece che dall'est] e l'apparizione della bestia.


101. Non crediamo ai maghi, né agli indovini, né a
chiunque dichiari sapienza in contraddizione con il Sublime Corano, la Nobile
Sunnah e l'unanimità della Ummah.


102. La Jamaâ fa parte della Verità e della conformità
e la divisione è errore e castigo.


103. La religione di Allàh (SWT), l'Islàm, è unica nel
cielo e sulla terra, dice l'Altissimo:


Invero la religione
presso Allàh è l'Islàm…
Corano III. al-Imràn, 19,


e:


Oggi ho reso perfetta
la vostra religione, ho completato per voi la Mia Grazia e Mi è piaciuto darvi
per religione l'Islàm. Corano V. al-Mà-ida, 3.


104. L'Islàm si trova tra l'eccesso e la scarsità, tra
il rendere simile ed il ritardare [gli Attributi e le Descrizioni di Allàh
(SWT)], tra la coercizione e il potere, tra la sicurezza e la disperazione.


105. È questa la nostra religione, il nostro credo sia
esteriore che interiore, in Allàh ci dissociamo da ogni oppositore su quel che
abbiamo riportato e spiegato.








Note con commento di Ibn Bàz


(1) Sappi che il monoteismo con il quale Allàh (SWT) ha mandato i Suoi
Messaggeri e ha fatto scendere i Suoi Libri è di tre parti, come è ben chiaro
nel Sublime Corano e nella Nobile Sunnah:



a.
l'Unicità della
Signoria
: è
l'Unicità di Allàh con le Sue opere, cioè credere che Egli è il Creatore, il
Sostentatore, l'Amministratore e il Gestore degli affari delle Sue creature sia
nella Prima [vita] che nell'Ultima, e che in tutto ciò non ha soci.



Egli
dice:



Allàh
è il Creatore di ogni cosa.
Corano
XXXIX. az-Zumar, 62,



e:


In
verità il Vostro Signore è Allàh, Colui che in sei giorni creò i cieli e la
terra, quindi si innalzò sul trono a governare ogni cosa.
Corano X. Yùnùs, 3.


Gli
associatori hanno affermato questo tipo di Unicità, anche se alcuni hanno
negato il Ritorno e la Resurrezione, e malgrado ciò non furono musulmani per il
loro associare ad Allàh, adorando degli idoli, e per il loro negare di credere
nell'Inviato Muhammad (saas).



b.
l'Unicità della
Divinità
fu
negata dagli associatori, Allàh dice:



Essi stupiscono che
sia giunto un ammonitore della loro gente. I miscredenti dicono: «È uno
stregone, un gran bugiardo. Ridurrà forse gli dèi ad un Dio unico? Questa è
davvero una cosa strana». Corano
XXXVIII. Sàd, 4-5.


Include
anche la sincerità nell'adorazione per Allàh -l'Unico- e la fede che Egli è il
Meritevole di essa e che adorare altro che Lui è pura falsità. Questo è il vero
significato della prima parte della professione di fede non c'è nessun dio all'infuori di Allàh.



Egli (SWT) dice:


E così poiché Allàh è
la Verità, mentre ciò che invocano all'infuori di Lui è certamente menzogna. Corano
XXII. al-Hajj, 62.


c.
l'Unicità dei Nomi
ed Attributi
:
è la fede in tutto ciò che è riportato nel Sublime Corano, e nella Nobile
Sunnah dal Profeta (saas) sui Nomi e Attributi di Allàh affermandoli nella
maniera migliore e degna per Allàh senza alterazioni né assimilazione.



Egli dice:


Dì: «Egli Allàh è
Unico, Allàh è l'Assoluto non ha generato, non è stato generato e nessuno è
eguale a Lui».
Corano
CXII. al-Ikhlàs,


e:


…Niente è simile a
Lui. Egli è l'Audiente, Colui che tutto osserva. Corano
XLII. ash-Shùra, 11,


e:


Ad Allàh appartengono
i Nomi più belli: invocateLo con quelli… Corano
VII. al-A'ràf, 180,


e:


…la metafora più
elevata spetta ad Allàh, Egli è l'Eccelso, il Saggio. Corano XVI. an-Nahl, 60,


la
metafora più elevata cioè il massimo della descrizione che non contiene
scarsità alcuna. Per ulteriore approfondimento, leggi
I fondamenti della fede.






(2) Cioè:


Egli
è il Primo e l'Ultimo…
Corano
LVII. al-Hadìd, 3.






(3) Attahàwi -che Allàh lo copra di misericordia- intende purificare ed
esaltare Allàh (SWT) dall'assimilarLo al creato:



Con il
limite intende ogni limite conosciuto dagli uomini, perché i limiti di Allàh
nessuno li conosce se non Lui:



Egli
conosce quello che li precede e quello che li segue, mentre la loro scienza non
può comprenderLo.
Corano
XX. Tà-hà, 110.



Invece con l'obiettivo, il sostegno, le membra e i mezzi intende
purificare Allàh da ogni somiglianza con il creato, sia nella Sua Saggezza che
nelle Sue Descrizioni personali come il viso, la mano, il piede…



Egli (SWT) è descritto con essi, ma le Sue descrizioni non hanno nessun
paragone – né da vicino né da lontano - con quelle delle creature e solo Lui
(SWT) conosce le Sue caratteristiche.



Le parole "al di là delle sei direzioni" non contraddicono
l'Altezza di Allàh e il Suo innalzarsi sul trono perché ciò non rientra affatto
nelle sei direzioni.



Ahl as-Sunnah Wal Jamaa' (i compagni del Profeta (saas) e tutti coloro
che li seguono nel bene) sono unanimi che Allàh (SWT) è il Più Alto, al di sopra
di ogni cosa.






(4) La sapienza assente è l'ignoto, fa parte della qualità
divina e chiunque affermi di conoscerla è miscredente.



Allàh (SWT) dice:


Egli possiede le chiavi dell'invisibile, che solo
Lui conosce.
Corano VI. al-An'àm, 59.


e:


Dì:
«Nessuno di coloro che sono nei cieli e sulla terra conosce l'invisibile,
eccetto Allàh». Corano
XXVII. an-Naml, 65.


il Profeta (saas) disse: «Le
chiavi dell'ignoto sono cinque, nessuno le conosce tranne Allàh »
e poi
recitò:



In verità la scienza dell'Ora è presso Allàh,
Colui che fa scendere la pioggia e conosce quello che c'è negli uteri. Nessuno
conosce ciò che guadagnerà l'indomani e nessuno conosce la terra in cui morrà.
In verità Allàh è il Sapiente, il Ben informato. Corano
XXXI. Luqmàn, 34.


Ci sono tanti altri detti al riguardo che affermano che il Profeta
(saas) stesso, pur essendo la migliore creatura ed il primo fra i Profeti, non
conobbe l'ignoto. Allora chi potrà dichiarare di conoscerlo?



Il Profeta (saas) raccontò proprio quel che Allàh -l'Altissimo- gli
fece sapere, tra l'altro quando si disse su Aisha (r) quel che fu detto
[riguardo l'adulterio, astaghfiruLlàh], egli -che Allàh lo benedica e l'abbia
in gloria- non seppe della sua innocenza
fino a quando scesero le rivelazioni.



Similmente in un suo viaggio (saas) quando Aisha -che Allàh si
compiaccia di lei- perse la sua collana, il Profeta (saas) non sapeva dove si
trovasse finché si alzarono i cammelli sotto i quali fu trovata.






(5) Ahl as-Sunnah wal Jamaâ non dichiara la
miscredenza di un musulmano monoteista che crede in Allàh (SWT) e nell'Ultimo
Giorno per un peccato come la fornicazione, il bere vino, l'usura, maltrattare
i genitori,.., finché egli non lo abbia reso lecito, ma è di debole fede e
verrà giudicato secondo il peccato. La sua dissolutezza o l'esecuzione della
pena variano a seconda della gravità del peccato.



Se invece lo rende lecito, esce dall'Islàm, perché ha mentito su Allàh
(SWT) ed il Suo Profeta (saas).



Invece i Khawarijiti e al-Mu'tasilah sono in opposizione con Ahl
as-Sunnah wal Jamaâ:



ü i primi
rendono il musulmano miscredente, qualunque sia il peccato,



ü i secondi,
nella vita terrena, non dichiarano né la miscredenza, né l'Islàm, ma, per loro,
nell'Aldilà il peccatore è miscredente e rimarrà per sempre nel fuoco.



Entrambe le opinioni sono false e la verità è quella affermata da Ahl
as-Sunnah wal Jamaâ.






(6) Tranne coloro per i quali il Profeta (saas) dichiarò il
Paradiso.



Tra l'altro il credo di Ahl as-Sunnah wal Jamaâ rende testimonianza che
i credenti ed i timorati sono, in genere, gente del Paradiso ed i miscredenti,
gli associatori e gli ipocriti sono gente dell'Inferno, come è provato dal
Sublime Corano e dalla Nobile Sunnah.



Dice l'Altissimo:


In verità i timorati saranno nei Giardini, nelle
delizie… Corano
LII. at-Tòr, 17,


e:


Ai credenti e alle credenti, Allàh ha promesso i
Giardini dove scorrono i ruscelli ove rimarranno in perpetuo. Corano
IX. at-Tawba, 72,



e, a proposito dei miscredenti:


Coloro che invece non credono, avranno il fuoco
della Jahannam: giammai sarà decisa la loro morte e nulla sarà sottratto al
castigo. Ricompenseremo così ogni ingrato. Corano
XXXV. Fàter, 36,


e, a proposito degli ipocriti:


In verità gli ipocriti saranno nel Fuoco più
profondo e non avranno nessuno che li soccorra… Corano IV. an-Nisà', 145.





(7) Questa restrizione è da analizzare: il
miscredente entra nell'Islàm con la professione di fede, ma può ritornare alla
miscredenza, senza negare nulla dell'Islàm, ad esempio calunniando l'Islàm o il
Profeta (saas), o schernendo Allàh o il Suo Inviato o il Suo Libro o le leggi
islamiche….



Dice Allàh -gloria a Lui, l'Altissimo:


Dì: «Volete schernire Allàh, i Suoi Segni ed il
Suo Messaggero? Non cercate scuse, siete diventati miscredenti dopo aver
creduto...»
Corano IX. at-Tawba, 65-66.


Anche l'adorazione degli idoli, l'invocare i morti in soccorso, aiuto o
sostegno, perché tutte queste cose sono in contraddizione con:" NON C'È ALCUN DIO ALL'INFUORI DI
ALLÀH".



Chiunque dedica l'invocazione, la richiesta d'aiuto, il ruku', il
sujud, il sacrificio degli animali, i voti,.. ad altri (idolo, angelo, jinn,
morti,..) che non sia Allàh (SWT) associa altri ad Allàh (SWT) e non realizza
NON C'È ALCUN DIO ALL'INFUORI
DI ALLÀH.



Tutte le cose che abbiamo citato non fanno parte del negare, ma
ugualmente fanno uscire dall'Islàm con l'unanimità della gente della sapienza,
e tali cose sono provate con prove evidenti dal Sublime Corano e dalla Nobile
Sunnah.






(8) Questa definizione non è completa, la cosa giusta è che
la fede si dichiara con le parole, le azioni e il credo, aumenta con
l'obbedienza e diminuisce con la disobbedienza.



Tra l'altro è al Murji-a che toglie le opere dalla fede.





(9) Questa dichiarazione è falsa, perché la
gente della fede non è uguale nella fede, anzi ci sono grandi differenze fra di
loro: la fede dei Profeti non è assolutamente paragonabile a quella degli
altri, la fede dei Califfi Benguidati e degli altri Sahabah non è come quella
degli altri, come la fede dei credenti non è come quella dei [musulmani]
dissoluti.



Queste differenze dipendono da quel che c'è nei cuori: il conoscere
Allàh, i Suoi Nomi, i Suoi Attributi e quel che ha decretato per i Suoi servi.
Queste sono le parole di Ahl as-Sunnah wal Jamaâ in opposizione a quelle di al
Murji-a e di coloro che li seguono.






(10) Questo non è corretto, perché gli incaricati
sopportano molto di più dell'incarico, ma Allàh -il Benevolo- ci ha colmato di
grazia e ci ha reso le cose facili, non ha messo nulla di così gravoso nella
religione, per il Suo immenso Favore e la Sua infinita Generosità.





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